Mappe segrete e la silloge Muto incedere in echi e risonanze fanno parte di quel periodo che va sotto il segno di un tumultuoso finale, proprio di chi, incalzato dal tempo incombente, è in ansia e non vuole perdere il nome delle cose. Si espone indifeso all'abisso di un vuoto risucchiante per strappargli immagini. Continua insomma il monologo anteriore di chi è solito ritornare al proprio imprinting per raccontarsi ciò che era.
La condizione è quella di uno spirito diseredato, orfano di padre e di madre, indagato per errore, perseguitato dilapidato sballottolato, che racconta le disperazioni, i miraggi, le accensioni, gli sfaceli, l'oppressione e il peso dei giorni tribolati. Un corpo assediato da tensione e furore febbrile che continua, in totale dedizione, a nominare e quindi a difendere la propria nascita in una procreazione continuata.
Alessandro Carandente
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