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Napoli le grandi opere del 1925 - 1930

 

Napoli le grandi opere del 1925 - 1930
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Rusciano R.
Editore: Grimaldi & C. Editori s.r.l.
Formato: 25x35
ISBN: 88-89879-03-3
Prezzo: € 140,00

Premessa di R. Rusciano Introduzione di P. Craveri e A. de Martini Pregiata ristampa, integrale, del rarissimo volume pubblicato nel 1930 a cura dell'Alto Commissariato per la Città e la Provincia di Napoli in cui vengono accuratamente descritte e commentate tutte le opere realizzate; per ciascuna delle quali si danno dettagliate notizie, spesso anche accompagnate da progetti esecutivi o alternativi con i relativi preventivi di tempi e di spesa. Le circa 400 fotografie e planimetrie a corredo del testo fanno di questo libro un prezioso strumento per lo studio della storia urbanistica, architettonica e imprenditoriale della nostra città nonchè la testimonianza diretta di quelle opere pubbliche, prime su tutte le nuove opere portuali e la sistemazione della zona industriale, che trasformarono per larga parte il volto della città, dotandola di infrastrutture e servizi mai visti in precedenza. Volume in 4°, su carta semipatinata pesante, pp. XXXVI-542 corredate di 386 illustr. fotografiche e 24 carte e planimetrie che documentano la gran mole di interventi realizzati in un quinquennio a Napoli e Provincia. Legatura editoriale t. tela con sovracoperta in elegante astuccio rigido figurato. Dopo l'avvento del fascismo, le iniziative urbanistiche a Napoli vedono un accelerazione notevolissima, attraverso l'istituzione - imposta dal governo con un decreto del 1925 - dell'Alto Commissariato per la Città e la Provincia di Napoli, organo cui vengono affidati compiti e poteri assoluti ed esclusivi, con mandato molto ampio, in tutto il settore dei lavori pubblici. Michele Castelli, funzionario ministeriale di cultura liberale e formazione giolittiana va a ricoprire questa carica, che utilizza in modo molto efficace. nel quinquennio 1925/1930, si realizzano così ex novo - o si ristrutturano- opere squisitamente demaniali come: la nuova diga foranea, le scogliere a difesa di Via Partenope e Via Caracciolo; l'ex carcere di S. Francesco e il completamento del nuovo Carcere di Poggioreale; numerosi edifici pubblici come il Museo Nazionale, la Biblioteca Nazionale (trasferita dal Palazzo degli Studi e sistemata in un'ala di Palazzo Reale), il Museo della Floridiana, il Teatro di S. Carlo, l'Archivio di Stato; Palazzo Gravina, allora sede delle Poste (restauro della facciata) ed il nuovo edificio per i servizi postali alla Ferrovia; l'autostrada Napoli-Pompei di circa 20 chilometri; le sedi universitarie, riordinate ed ampliate e numerose scuole; nuovi rioni di case popolari ed economiche. Si riorganizza la lunga arteria di collegamento est-ovest della città, attraverso la costruzione della Nuova Via Litoranea (oggi Via Cesario Console, con i giardini e Via Acton) e dei giardini del Molosiglio, con la demolizione del vecchio Arsenale; tale realizzazione viene integrata dalla breve strada tra Palazzo Reale e Castelnuovo (oggi Via Parco del Castello) e, soprattutto, dalla Galleria della Vittoria, grandiosa opera di ingegneria, progettata e realizzata dall'ing. Michele Guadagno, la cui facciata su Via Chiatamone è opera giovanile di Roberto Pane, vincitore di apposito concorso. Inoltre, al fine di agevolare il traffico con Posillipo, viene prolungato il "Corso Caracciolo" - che si fermava a "Piazza Mergellina" - fino a Villa Chierchia (l'attuale Largo Sermoneta) e viene ampliata e corretta nell'andamento planimetrico la stessa Via Posillipo, con la creazione di alcune terrazze panoramiche e, soprattutto della grande Piazza S. Luigi. Intanto, si realizzava il collegamento con Fuorigrotta e con l'area Flegrea, con il traforo della Galleria Laziale e, verso oriente, si creava una via di accesso alla nuova Autostrada Napoli-Pompei, per collegare l'area vesuviana. Questa riorganizzazione di tutta la fascia costiera della Città determina fatalmente il completamento della "colmata" del mare, progettata e parzialmente realizzata ai primi del secolo, e del Nuovo Rione S. Lucia. Viene anche ricostruito - in soli due mesi e con la spesa di lire ottantamila - il Ponte di Castel dell'Ovo, originariamente in ferro. Particolare attenzione si da, in quegli anni, anche ai monumenti della Città. Ma si realizzano anche - attraverso convenzioni tra il Comune e gruppi finanziari ed imprenditoriali - tutta una serie di "piani parziali" promossi dall'Alto Commissario e dalla stessa Amministrazione Comunale, e così nascono rioni nuovi, essenzialmente di edilizia popolare e vengono completati o modificati altri quartieri già esistenti. Nella zona orientale: Arenaccia e S. Eframo/Ottocalli. Nell'area occidentale: Sannazaro-Posillipo e Fuorigrotta. Nel centro ed in collina: Materdei e Arenella. Rilevanza particolare hanno i lavori di ampliamento degli acquedotti, e le opere fognarie. la creazione dei Mercati generali, la peschiera, il mercato ittico, la Centrale del latte, il Mattatoio comunale, l'ampliamento dei cimiteri. Nel giro di pochi anni furono realizzati i nuovi porti di Sorrento e Capri e portato a termine l'ampliamento del porto verso oriente fino al pontile Vigliena. Questi lavori venivano proposti anche come la pratica realizzazione della promessa di apertura della città al Mediterraneo. A prevalere è "l'estetica futurista e macchinista, per cui il porto non appare più come caratteristica naturale e pittoresca di una città che trae la sua linfa vitale dal suo rapporto diretto con il mare, bensì come realtà infrastrutturale", protetta da grandi opere foranee e contrassegnata da un susseguirsi di banchine, pontili d'acciao inclinati, svettanti grue a capra zoppa e a cavalletto, docks, impianti elevatori, ecc.. Uno scenario "avveniristico" dominato da una logica essenzialmente funzionale e da una modernità affidata alla ridondanza degli elementi tecnologici di gusto ingegneristico. Non c'è dubbio alcuno che le opere pubbliche realizzate trasformarono per larga parte il volto della città, dotandola di infrastrutture e servizi mai visti in precedenza.


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