Dietro la grande orchestrazione linguistica di dialetti innestati all’interno di un registro ancora manzoniano, il Pasticciaccio (1957) di Carlo Emilio Gadda nasconde ben altro che il dramma del «palazzo degli ori» di via Merulana comicamente inscenato. Nella trama dell’opera all’apparenza sfilacciata − in realtà precisa come un ordigno − non fanno capolino, difatti, solamente le storture della Storia, inumidite dal rivolo freudiano di «erotia» (per usare un’espressione cara al commissario Ingravallo), ma il più grande tormentone della teoria quantistica del Novecento, il paradosso EPR, che attraversa e motiva i più intricati snodi del testo. Se per davvero si vuole risolvere lo «gliuommero» di Gadda, occorre insomma ripartire dal noto articolo a firma Einstein, Podosky e Rosen apparso nel 1934 su «Physical Review».
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