Will, come desiderio. Lo stesso che Shakespeare sottintende per il suo fair friend. In questi sonetti elisabettiani, chi parla è proprio il giovane «amico» del Bardo che oggi, dopo aver fatto outing, ci racconta la sua crescita sentimental – omosessuale, libero dalla tradizione che lo vuole unicamente «muso» e oggetto del desiderio. Finalmente corpo, finalmente soggetto, prende la parola e parla. Del proprio desiderio.
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