Frammentazioni e riverberi in una circospezione del reale e delle sue rifrazioni in vuoti e pieni, in contese di luci. Curvature. Dissoluzione del verso e ri-creazione in prismi, mirabilia, congetture di senso... in un refrain allucinatorio. Spasmi di chiarore incistati in una scrittura temeraria, a tratti oscura, che chiede al lettore un impegno totale, non meno che la più ardua sperimentazione del Novecento. Ma senza di ciò la ricerca poetica e letteraria non avanza, e se ne sente un gran bisogno in tempi di falsi sperimentalismi, in cui la parola (anche quella poetica) tende a perdere di senso, insidiata com’è dal brusio dei vecchi e nuovi media.
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