È un romanzo? È un fumetto? È Spirit?... no, è un noir anfibio! Parola, suono, immagine collassano in un vortice di appiattimenti e dissoluzioni: inutile ormai cercare scampo nel riquadro d’una vignetta…
La morte del libro è prossima ventura? La rete sta producendo nuove forme di scrittura? Che cosa ci sarà dopo del libro? E quale futuro per la “letteratura”? Questioni che, in forme e con radicalismi diversi, ci martellano con prese di posizioni e teorie scontate, spiazzanti o non convincenti. Eppure il libro non può sparire, come non è sparito il cinema con l’avvento della televisione o la galassia dei media elettronici con la nascita della rete. Dopo del libro non ci sarà, naturalmente, che il libro. Nient’altro che il libro, ma solo a patto di non confondere il contenitore con il contenuto. Perché il libro alla fin fine è questo, un contenitore, un’agile macchina per lo stoccaggio e il riuso di... di che cosa? Di qualcosa che ci parli agli occhi e che, soprattutto, ci cavi fuori la voce. Gli anfibi – la nuova collana delle Edizioni d’if – nascono per rimanere vivi per lo meno in due ambienti, e in due contenitori, fra l’agile macchina e il lettore; se sono libri, lo sono perché contengono qualcosa, anzi due: parole e musica, suoni e visioni, o immagini sonore. Né testimonieranno la presenza dell’autore se non per gemmazione. Lanterne magiche o scatole sonore, con pagine a stampa, disegni o cd, gli anfibi non sono una collana di «letteratura»... ma di «congegni ad arte».
Il fermo volere è un noir in anamorfosi. Nell’alternarsi tra pagine di testo e quelle di fumetto, il romanzo chiede al lettore, o meglio al “videolettore”, di divenire lo specchio su cui saranno proiettate le immagini del frastornato protagonista, un investigatore privato che si crede Spirit (l’eroe dei fumetti di Will Eisner), e della torbida vicenda (fra massoni e psicoanilisti da B movie) nella quale sarà scaraventato.
Il fermo contiene anche il cd audio Merrie Melodies, 11 minuti di parole&musica di Steven Brown e Gabriele Frasca.
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