Un poemetto di testimonianze, disobbedienze, infelicità e forse rabbia, scritto a quattro mani e costruito con tasselli tragicomici per raccontare una guerra non dichiarata e forse nemmeno combattuta. Sfilano piccole storie di uomini e donne (cassaintegrati, precari, disoccupati, sottoccupati, maestre, casalinghe, piccoli lestofanti, qualche pedofilo e altri disagiati sociali) entro periferie postindustriali e degrado tardo-contadino. E a mo’ di sutura gli inserti dei due autori, essi stessi protagonisti dell’Italian War.
Per chi ama la mescolanza dei generi e l’attualità in poesia.
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