“Buona fine e buon principio”, si salutano così nelle strade affollate del 31 dicembre i protagonisti di questo libro. Un modo per lasciarsi alle spalle il vecchio anno e sperare che ne arrivi uno nuovo migliore. È la speranza che la nottata di edoardiana memoria passi prima o poi in una terra bella e difficile, quella di Napoli ma anche della sua provincia. La città diventa così protagonista, con le sue strade, le sue piazze, i suoi vicoli, i personaggi, le scene singolari, i dialoghi, i monologhi. Un orologio scandisce il tempo, le ultime ventiquattrore del dodicesimo mese giunto al capolinea. È una voce, un segno inconfutabile della vita che scorre e fa rintoccare i suoi attimi. Sono i momenti della storia di un popolo verace, sanguigno, col suo linguaggio forte, incisivo, immediato, talvolta rassegnato e fatalista, talvolta disperatamente combattivo. Come lo scalpello di uno scultore, queste pagine restituiscono con vigore e verità la Napoli dell’entusiasmo e della sofferenza, della gioia e della disperazione, perché nelle viscere di questa straordinaria città – palcoscenico si agitano e convivono mare e sole, pioggia e neve, casupole e regge, sospiri e voci, drammi ed umorismo, ma soprattutto tanta commovente malinconia.
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