Riaprire il dibattito su Gaudí, verificandone nascita e conservazione anche con apporti inediti, è necessario soprattutto oggi, mentre tanta architettura contemporanea sembra evocare - spesso tradendola - la stessa sua aspirazione di libertà. Oggi, quando un nuovo bisogno di valori etici sembra riaffacciarsi anche nel mondo delle forme architettoniche, interpreti da sempre del potere e dell’opulenza, la testimonianza di Gaudí, nella sua sensuosità primitiva, d’ispirazione prevalentemente popolare e di senso comune, indica ancora una strada suggestiva per sottrarre l’architettura all’irrigidimento funzionale, alla mera rispondenza economica tra investimento e profitto, nonché all’asservimento al culto dell’immagine ed al moderno packaging e marketing globale. È ancora necessario cercare e praticare un nuovo linguaggio architettonico, fondato non sulle ciniche occasionalità professionali, fonti di subitanei colpi di genio, ma sulla interpretazione di bisogni civili e sociali moderni, complessi ed articolati, che esprimano i valori positivi (se ve ne sono) di una vita associata in crisi d’identità e di futuro.
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