A venticinque anni dalla sua scomparsa, il pensiero di Agostino Renna montato e riletto come un unico discorso scientifico ripropone una originale e stimolante riflessione, oltre che sulla cultura architettonica di un passato recente, sulle condizioni e il senso del fare architettura nella contemporaneità. Le molteplici sfaccettature che hanno connotato il ruolo dell’architettura nelle radicali trasformazioni delle realtà urbane si addensano nei lucidi e problematici momenti di sintesi di una ricerca continua sempre intenzionalmente aperta a diversi e ulteriori approfondimenti. La riappropriazione del ruolo di “arte civile” dell’architettura di fronte ad un inestinguibile “bisogno di città” e di qualità diffusa dell’abitare è, oltre che la finalità, il motore etico, scientifico e poetico di una riflessione teorica sul “mestiere” che, nel panorama attuale, risulta particolarmente significativa.
Agostino Renna (Andretta, Avellino 1937-Napoli 1988), ha svolto attività didattica presso le Facoltà di Architettura di Napoli, di Pescara e al Politecnico di Milano. Si è occupato di ricerche di analisi urbana e del territorio con particolare riferimento alla città e all’area metropolitana di Napoli, alla valle del Belice, e all’Abruzzo sub-appenninico. Tra i progetti più significativi quello per la ricostruzione di Teora (1981-83) e il progetto per la città di nuova fondazione di Monteruscello (1984), per il reinsediamento della popolazione del quartiere Terra di Pozzuoli, allontanata in seguito al rilevante fenomeno bradisismico.
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